INFEZIONI RECIDIVANTI E PAVIMENTO PELVICO
Molte donne nel corso della vita si trovano ad affrontare un ‘infezione del basso tratto urinario.
Le infezioni più comuni sono cistite e candida.
Le cistiti sono infezioni piuttosto comuni nelle donne tra i 20 e i 50 anni, ma si possono presentare anche in menopausa e sono causate da batteri.
La candida è un’altra infezione ricorrente nelle donne in età fertile ed è causata da un fungo.
Le cause delle infezioni e delle loro recidive sono svariate: sistema immunitario indebolito, utilizzo di terapia ormonale o sbalzi ormonali, uso di antibiotici, alimentazione scorretta, disbiosi intestinale, utilizzo di prodotti irritanti per l’igiene intima, diabete.
I sintomi della cistite sono: dolore/bruciore durante la minzione, senso di peso alla vescica, difficoltà e bisogno continuo di urinare, urina maleodorante e dal colore torbido, brividi e freddo, dolore clitorideo, dolore durante i rapporti che può persistere successivamente.
La candida ha come sintomi: prurito delle mucose genitali e secrezioni biancastre, bruciore e dolore anche durante i rapporti sessuali.
Entrambe hanno un decorso benigno a patto che vengano identificate e trattate in modo adeguato, al fine di evitare che si ripresentino.
E’ da sottolineare l’importanza di una diagnosi medica adeguata che prevede la distinzione tra un’infezione batterica e non, in quanto spesso i sintomi sono gli stessi. Il termine cistite non batterica si riferisce ad una serie di sintomi simili a quelli della cistite batterica ma in assenza di batteri nelle urine, riconducibili quindi ad alterazioni infiammatorie del basso tratto urinario e della mucosa vulvare e vaginale.
L’urocoltura è quindi molto importante per evitare di assumere antibiotici se non è necessario, che andrebbero a creare disbiosi intestinale e di conseguenza scatenare un fattore predisponente alle cistiti/infiammazioni.
Nel caso quindi di sintomi da infezione delle vie urinarie, si consiglia di rivolgersi sempre in prima battuta ad un medico specialista, il quale prescriverà gli esami specifici: esame delle urine e urinocoltura nelle cistiti; tampone vulvo-vaginale e test del ph nella candida.
Oltre agli esami specifici del tratto urinario, la valutazione del pavimento pelvico è importante poichè uno dei fattori scatenanti le infezioni recidive è una disfunzione della muscolatura pelvica, spesso in questi casi ipertonica, ovvero poco elastica, rigida, che causa una scarsa ossigenazione e quindi ad una fragilità maggiore dei tessuti vulvari e vaginale.
In presenza di ipertono si crea così un circolo vizioso in cui la contrazione genera infiammazione e viceversa, creando una situazione favorevole alle infezioni.
I sintomi di un pavimento pelvico troppo contratto sono: spingere per mingere, senso di peso vescicale, bruciore minzionale e vescicale, incontinenza urinaria, frequenza / urgenza minzionale, infezioni recidivanti, dolore durante i rapporti, stipsi.
Il pavimento pelvico deve funzionare come un “tappeto elastico”, essere cioè in grado di contarsi e rilassarsi in modo adeguato. Se ciò non succede non sarà per esempio in grado di rilassarsi mentre facciamo la pipì e non permetterà alla vescica di svuotarsi completamente perchè l’uretra risulta schiacciata; il conseguente ristagno di urina facilita la proliferazione batterica.
Inoltre durante i rapporti sessuali viene aumentato l’attrito che provoca dolore e microlesioni della mucosa genitale, che possono essere colonizzate da batteri: la cistite in questo caso viene definita “da luna di miele” e insorge 24-72 ore dopo il rapporto.
A seguito della valutazione, se necessario, si intraprende un percorso riabilitativo con lo scopo di:
normalizzare il tono muscolare, migliorare l’elasticità muscolare attraverso la terapia manuale, la respirazione, esercizi di consapevolezza del bacino e del pavimento pelvico, stretching della muscolatura agonista (es. adduttori, glutei), educazione posturale.
La paziente viene anche educata a:
svolgere esercizi a domicilio
assumere posture adeguate durante le attività quotidiane
utilizzare creme e detergenti intimi non aggressivi
fare attenzione agli indumenti utilizzati, per esempio evitare pantaloni attillati o intimo di tessuto non naturale
evitare l’utilizzo di salvaslip/assorbenti e magari introdurre le coppette mestruali
nei mesi estivi, cambiare il costume dopo aver fatto il bagno e utilizzare creme che creano un film protettivo della mucosa genitale.
Il lavoro in team con le altre figure sanitarie come l’urologo, il ginecologo, il nutrizionista è fondamentale per agire sulle cause scatenanti.
Elena Negro